Tripofobia
La tripofobia è la paura dei buchi ovvero una condizione di ipersensibilità e angoscia nei confronti degli schemi geometrici caratterizzati da fori, come ad esempio l’alveare delle api. La tripofobia non è una malattia ufficialmente riconosciuta come disturbo psichico e si manifesta di oggetti animati o inanimati che presentino buchi. Nei soggetti più sensibili la tripofobia, è in grado di provocare forti attacchi di panico con tutto il corteo di sintomatologia associato. Secondo alcuni studi la tripofobia non avrebbe cause psichiche riconosciute, ma sarebbe trasmessa geneticamente. Sebbene un timore nei confronti di un alveare possa essere considerata una reazione normale, paziente tripofobico applica nei confronti di qualsiasi struttura forata e geometrica una paura non proporzionata.
Questa osservazione comporterebbe che alcuni soggetti con certo patrimonio genetico siano “programmati” per avere una maggiore paura dei buchi. Il principio della selezione naturale comporta che coloro che sono dotati di una migliore difesa nei confronti delle sfide alla sopravvivenza siano premiati da maggiore discendenza. I nostri antenati si sono spesso confrontati con insetti o animali pericolosi per il loro veleno, che costruiscono nidi con fori ripetitivi. L’essere umano reagirebbe con terrore alla vista di buchi a causa delle memorie presenti nel suo cervello che provocano una fuga da eventi biologicamente pericolosi, consentendo in tal modo successo evolutivo. I nostri antenati con tripofobia si son salvati più facilmente dal decesso in seguito al contatto con coloro che uscivano dalle tane o buchi attaccandoli.
La tripofobia come adattamento ancestrale alla minaccia possibile di insetti non soddisfa perchè non risponde ad alcune contraddizioni rilevanti. In particolare un soggetto affetto dovrebbe aver accanto alla tripofobia anche una ben maggiore paura degli insetti, condizione purtroppo non osservata. Inoltre un essere umano può diventare tripofobico senza esserlo dalla nascita. Questo contraddice la spiegazione genetica. Si evince che la tripofobia possa essere scatenata da cause non bene individuate che operano sul soggetto nel tempo piuttosto che essere innate. La tripofobia se non connessa alla minaccia di insetti, potrebbe avere correlazione con l’esposizione ad un “mostro” con aspetto che possa somigliare agli insetti. Il contatto con ” il mostruoso ” non solo insettiforme, potrebbe essere il trigger scatenante nella mente del soggetto affetto. La tripofobia non sempre deve essere considerata una della malattia, ma può costituire una risposta naturale ad un evento patito. Tanto meno è accettabile il tentativo in atto di elevare la tripofobia a malattia mentale per giustificare la somministrazione di psicofarmaci. Si consiglia preferire terapie non chimiche ogni volta questo sia possibile al fine di preservare i pazienti da effetti collaterali e evitare dipendenza.
L’ agopuntura è indicata nelle forme di sofferenza che derivano da adattamento a stress, sopratutto quando denotate da un carattere reattivo e non lesionale. L’ agopuntura è una terapia idonea per modulare il sistema neurovegetativo. Il corretto rapporto tra sistema simpatico e parasimpatico è fondamentale per contenere le molteplici disturbi conseguenti a stress. Una corretta fase diagnostica precede ogni trattamento in modo da includere correttamente i pazienti per i quali la stimolazione con agopunti è indicata. Il trattamento per l’ipertensione contribuisce a ridurre il fabbisogno di farmaci per via sistemica e può essere a tal scopo associata a terapia farmacologica. L’ agopuntura è somministrata da un medico esperto. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano l’ agopuntura, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. L’ agopuntura non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Agopuntura a Roma