Elite con un corpo fisico superdotato

Elite con un corpo fisico superdotato

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L’osservazione della storia umana degli ultimi anni, indipendentemente da opinioni di parte, lascia trasparire come le decisioni maggiormente significative siano operate da una elite non facilmente identificabile. Qualcuno tende a vedere in tale elite, quella classe che governa con mandato popolare oppure con la semplice applicazione della forza. Difficile però non vedere come coloro che governano in tutti i paesi, finiscano per prendere poi le stesse deleterie decisioni, indipendentemente dalle diverse appartenenze di origine. Questo lascia presupporre un livello più elevato che si “accorda” sempre e comunque con i vincitori nella gerarchia sociale. Il destino umano non muterà mai  se non con una espansione di coscienza nei popoli. Premesso che la violenza spesso ha dominato sulla ragione, ci si chiede con non poca curiosità come è costruito il corpo fisico di questa terribile elite. L’elite che ingenera povertà e guerre si protegge infatti molto facilmente con le sue ampie disponibilità finanziarie e allontanandosi dai focolai di guerra. Ben altra questione invece è chiedersi cosa mangia, come si cura, come respira e sopratutto come conta di sopravvivere. La destrutturazione del pianeta inteso come sovrastruttura biologica non la pagano solo i popoli, ma se avesse la stessa corporeità altrettanto l’elite.  Se il corpo fisico dell’elite fosse lo stesso degli uomini assisteremmo ad una tutela del bene comune, ovvero l’habitat.

Le scelte operate dall’elite hanno messo in grave pericolo la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta, che si adatta sempre meno alla sua specie. Questo non significa che la vita si possa estinguere, perchè la vita si perpetua in altre forme. I cambiamenti climatici operati, la invasione di chimica negli alimenti e nell’aria che respiriamo, crea le condizioni ideali per la progressione evolutiva di altre forme di vita organica. La natura ha predisposto varianti biologiche che si adattano ai mutamenti di habitat, avendo requisti maggiori di quelli umani per sfruttarlo. In biologia si ritiene che questo sia avvenuto già molte altre volte. Gli stessi mammiferi sono diventati dominanti sul pianeta quando le modificazioni dell’habitat non erano più vantaggiose per i sauri. Ci troviamo pertanto di fronte ad un cambiamento previsto in natura, di cui l’elite pensa di avvantaggiarsi. In tale contesto è difficile presupporre che l’elite possa avere lo stesso corpo fisico dei popoli. Una elite oltre a dominare, ambisce anche a perpetuarsi, generando le condizioni ambientali più favorevoli a questo obiettivo.

L’elite deve pertanto essere caratterizzata da un corpo fisico simile a quello umano, ma con caratteristiche espanse e sopratutto perfettamente idonee ai cambiamenti climatici, ambientali e alimentari operati. Il corpo fisico dell’elite deve essere in grado di valorizzare come nutrimento la chimica oltre che i prodotti vegetali e animali. Altrettanto si deve immaginare questa elite dotata della capacità biologica di sfruttare la scarsa qualità dell’aria e dell’acqua traendone vantaggio selettivo. Sappiamo che esistono forme di vita che valorizzano ciò che per altre è tossico. Ad esempio sono noti alcuni batteri che possono scomporre il petrolio.  Le piante respirano anidride carbonica producendo ossigeno. Pertanto il materiale genetico che possa aver consentito le maggiorazioni nel corpo dell’elite è disponibile in natura, basta solo cercare nel grande archivio che chiamiamo DNA. Difficile immaginare che non sia stato considerato. Appare anche logico dedurre che l’aspettativa di vita di un corpo fisico superdotato possa essere più lunga e che per l’elite non sia necessario ricorrere alle cure mediche farmacologiche. Queste incredibili caratteristiche non definiscono soltanto l’elite come una culminante nell’adattamento ambientale. Appare altrettanto verosimile  la considerazione opposta. Nell’uomo potrebbe  essere  desiderabile una sua fragilità  prodotta mutando l’ambiente nel quale è inserito,  per destinarlo agli scopi più umili, senza che correre il rischio di una sua ribellione.

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