Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 5 pag. 137 pensieri

Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 5 pag. 137

Le due condizioni possono coincidere e sovrapporsi in certi casi. Secondo le sequenze infatti una Ipovalenza di Fase in Legno può generare una Prevalenza di Fase in Terra. Nell’ipocollerico osserviamo una restrizione del campo di azione in quelle competenze in cui si applica con grande padronanza.
Ma per l’iporiflessivo questo comporta in aggiunta, perdita della libertà, perdita di regolazione e soprattutto coazione a ripetere. Questa coazione a ripetere una sequenza di pensieri non possiede più la finalità originale di regolare un comportamento o affrontare una difficoltà. Tale sequenza di pensieri imprigiona il soggetto in un circuito mentale che si autosostiene. La risposta a difficoltà ambientali è scarsa, talvolta assente.
L’iperriflessivo è risucchiato dalla sequenza di pensieri che è costretto a pensare e ripensare. Questa condizione determina una particolare forma di insonnia. Il soggetto non si addormenta più quando il ritmo circadiano e la opportunità lo indurrebbero. Solo quando queste sequenze di pensieri inutili quanto stancanti lo esauriscono, crolla di un sonno difficilmente ristoratore.
Anche il risveglio da questo sonno disturbato è altrettanto caratterizzato dalla ripresa senza sosta della sequenza pensiero interrotta. La fissazione delle argomentazioni, il rapportare ogni evento di vita alla stessa sequenza di ragionamento inducono amici e famigliari ad un distacco progressivo, che aggrava la condizione dell’iperriflessivo. Mentre un ipocollerico può essere sfruttato per le su competenze parziali e quindi ha una seppur discutibile relazione sociale, l’iperiflessivo viene abbandonato a se stesso.
In alcuni casi la sequenza di pensieri obbligati può essere commutata in una sequenza di azioni obbligate. La compulsione a lavarsi le mani, la compulsione a controllare che il gas o le finestre siano chiuse sono solo due esempi. Per liberarsi dalla prigione mentale la sequenza pensiero “prigione” viene trasferita in una serie di gesti “prigione”. Il corpo è obbligato al rituale, ma mentre la mente finalmente riposa. Altrettanto è possibile un trasferimento di una sequenza obbligata al piano emozionale. In questo caso l’individuo ripete compulsivamente un evento emozionalmente doloroso senza più la libertà di uscirne.
Alcune forme di dipendenza trovano spiegazione in questo meccanismo.
Per esempio si entra compulsivamente in una casa da gioco e si perdono forti somme di denaro.
Il soggetto affetto da questo disturbo è consapevole che finirà male, ma compulsivamente ripete una sequenza emozionale precisa fino al suo esito scontato. Se per sbaglio vince una forte somma al suo gioco, non può fermarsi prima di averla puntualmente riperduta.
La ossessione dell’iperriflessivo è ovviamente solo ai fini esplicativi una sequenza di atti, pensieri o emozioni che viene compulsivamente ripetuta. Spesso nella realtà dei fatti queste tre possibilità coesistono e al massimo si osserva una prevalenza di una delle tre.
Lo squilibrio contrario e complementare è il Campo Emozionale iporiflessione.

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