Resilienza e agopuntura
L’agopuntura è una terapia che conserva la resilienza dei pazienti trattati, perché non sostituisce le funzioni biologiche espresse dal paziente, ma le stimola. La resilienza è una parola che proviene dall’ingegneria e indica in quel settore, la capacità di un materiale di sopportare una definita sollecitazione meccanica senza rompersi. La resilienza applicata al campo medico indica la capacità di un soggetto di sopportare eventi traumatici e difficoltà. La resilienza ottimale consente di attraversare situazioni avverse, fronteggiare efficacemente le contrarietà, addirittura valorizzare un danno come opportunità.
La resilienza è spesso intesa come una funzione esclusivamente psichica, ma ciò è una banalizzazione del termine priva di validazione. L’essere umano è composto di corpo, psiche e mente. La resilienza come capacità espressa dal singolo non può essere pertanto ricondotta solo ad un suo aspetto parziale senza incorrere in errore. La resilienza è la capacità dell’individuo di resistere ad insulti fisici, emotivi e mentali attraverso la propria esperienza e la trasformazione di eventi avversi in opportunità. La resilienza dipende pertanto sia dalla genetica, sia eventi e condizioni di vita tra zero e sei anni. Successivamente la resilienza può essere conservata con una condotta di vita sana, alimentazione corretta e attività mentale non subordinata a programmazioni commerciali. Una resilienza adeguata è il risultato dell’interazione di tali elementi in un individuo dotato di buona salute e autonomia dai condizionamenti proposti.
Applicato ad una comunità, anziché a un singolo individuo, il concetto di resilienza si evidenzia in seguito alle rare gravi catastrofi naturali o a quelle molto più spesso indotte dell’uomo. Una comunità dotata di elevata resilienza non collassa ma si rafforza quando attaccata. La sopravvivenza del singolo e delle genti in condizioni che non lo consentirebbero, sono pertanto la conseguenza maggiore della buona resilienza. A livello medico la resilienza è connessa a tutte le condizioni già indicate e all’impiego esclusivamente quando necessario di strumenti di terapia che non inducano dipendenza, disabilità ma conservino l’autonomia della persona. Si tratta di strumenti di terapia basati sulla stimolazione e non sulla sostituzione di funzioni biologiche. Questi sono utilizzati per un arco temporale limitato e che sono successivamente interrotti.