Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 3 pag.104 e 105
specializzazione
Considerazioni sul sistema delle 12 Orbite Funzionali
L’approccio della MTC al funzionamento di un organismo biologico è profondamente diverso da quello che caratterizza la Medicina Convenzionale.
Non di meno si evidenziano osservazioni interessanti anche per un impiego congiunto delle due metodiche.
Il sistema delle 12 Orbite Funzionali trascura indubbiamente gli organi e i legami anatomici. Si esaltano invece i legami ritmici dalle varie funzioni espresse. Ogni funzione biologica possiede un adeguamento all’ambiente espresso tramite varie forme di organizzazione sequenziale tra cui anche i ritmi circadiani e circannuali.
La complessa interazione di tutti i mutamenti funzionali, in relazione al tempo, è la chiave di comprensione sia della salute che del vantaggio selettivo nella sopravvivenza.
La malattia è considerata una perdita di organizzazione temporale efficace. Solo successivamente si esprime una compensazione di questo stato tramite quelle alterazioni dei tessuti denominate comunemente malattia organica.
La valutazione sullo stato dell’Equilibrio di Fase avviene tramite le convenzioni di valore, che rappresentano un codice idoneo ad afferrare la direzione e la qualità di ogni espressione. L’approccio della MTC e quello della Medicina Convenzionale divergono e non devono venir confusi, ma una applicazione congiunta può solo che arricchire l’operatività di un terapeuta.
Vedremo in seguito che l’Omotossicologia rappresenta una possibilità per coniugare metodiche mediche apparentemente distanti. Le 12 Orbite Funzionali e il loro Equilibrio di Fase sono però un’opportunità per inquadrare l’organizzazione biologica in ogni specializzazione medica.
Gli sviluppi di questa possibilità possono condurre e ampliare sia cronofarmacologia che “cronochirurgia”.
Ogni atto medico può essere ragionato come un evento inserito in una sequenza temporale efficace.
La MTC offre al medico un’opportunità per completare il suo ragionamento da un angolo di visuale estremamente valido consentendogli di massimizzare l’effetto terapeutico e ridurre il rischio iatrogeno.
L’Omotossicologia di Reckeweg dispone di una ampia conoscenza sull’organizzazione temporale del malato. La malattia è infatti intesa come una sequenza di eventi clinici inglobante tutta le vita del malato. Questa sequenza di eventi clinici culmina in una fase della Tavola delle Omotossicosi.
La fase della tavola attiva al momento in cui il malato consulta il medico è la risultante di un percorso che evolve per tappe e coinvolge tutti i sistemi organici. Altrettanto la terapia omotossicologica è costituita da una serie di rimedi somministrati in ragione di una precisa sequenza.
Dunque con queste premesse le possibilità di arrivare ad un ragionamento congiunto tra MTC e Omotossicologia appaiono ottimali. Questa possibilità però deve essere espressa all’interno di un metodo preciso e nel rispetto delle basi teoriche dei singoli approcci.